Da minaccia a risorsa per il futuro

La percezione del mining di Bitcoin sta rapidamente cambiando: da attività amatoriale a industria vera e propria e da “minaccia” ambientale a risorsa potenzialmente preziosa per il settore energetico e per l’ambiente. La ricerca di Batcoinz, che analizza l'impatto delle tecnologie disruptive nelle fasi iniziali, fornisce intuizioni significative sulle sfide che queste innovazioni devono superare per raggiungere una diffusione mainstream. Anche Bitcoin, ora, si trova a fronteggiare una sfida analoga, cercando di consolidare la propria posizione in un mondo in continua evoluzione.

Il superamento del “chasm”

Possiamo descrivere questo momento come un “attraversamento del chasm”: il mining di Bitcoin non è più una nicchia controversa, ma una tecnologia sempre più accettata e riconosciuta, capace di creare valore reale. A partire da questa prospettiva, Daniel Batten, ricercatore e autore dell'analisi "Bitcoin “Crossing the Chasm” and the DEATH OF ENERGY MISINFORMATION" descrive come la storia di Bitcoin ricalchi quella di molte innovazioni tecnologiche che, inizialmente, erano accolte con scetticismo, per mancanza di conoscenza con conseguente disinformazione. Basti pensare alla bicicletta, vista come un rischio per la salute all’inizio del ‘900, alla radio, o persino a Internet, che inizialmente erano criticate per il loro impatto potenziale, per poi essere rivalutate grazie a una migliore comprensione e diffusione di informazioni. Seguendo il ragionamento di Batcoinz, si può quindi ritenere che anche il mining di Bitcoin abbia attraversato queste fasi, passando da uno stadio di diffidenza a uno di crescente accettazione.

if you’re going to bring a disruptive technology to the planet, you better be prepared for a lot of gaslighting from the people you disrupt.
Daniel Batten

Tecnologie disruptive tra accettazione e potenziale inespresso

Ora, il mining di Bitcoin sta rivelando possibilità ben più ampie, non solo come innovazione finanziaria, ma come risorsa strategica per il settore energetico, capace di creare sinergie con le energie rinnovabili e di offrire soluzioni sostenibili. Questa tecnologia, come molte altre, ha attraversato fasi di diffidenza e incomprensione: col tempo, hanno dimostrato come una prospettiva nuova può trasformare radicalmente la conoscenza e la percezione pubblica, rendendo evidenti gli impatti positivi e strategici di cui prima non si sospettava l’esistenza.

Per comprendere meglio il cambiamento, è utile guardare alla storia recente del mining. Inizialmente, il mining era quasi ignorato dai media mainstream, percepito come un’attività relegata a una stretta cerchia di appassionati di criptovalute. Tuttavia, con la crescita della rete Bitcoin e l’aumento della sua potenza di calcolo, la questione del consumo energetico ha iniziato a guadagnare sempre più attenzione. Da un lato, c’erano coloro che sostenevano che il mining rappresentasse una minaccia ambientale proprio per via del suo consumo energetico. Dall’altro, la comunità del settore difendeva la decentralizzazione e la sicurezza della blockchain, considerandole fondamentali per il progresso tecnologico.

Questa dinamica di contrasto ha portato a una polarizzazione dell'opinione pubblica: i critici si concentravano sull’impatto ambientale, mentre i sostenitori mettevano in luce i benefici dell’innovazione. Batcoinz suggerisce che questo equilibrio si sta finalmente spostandos grazie all’emergere di una narrativa basata su dati concreti e sulla crescita di soluzioni sostenibili nel settore.

Miti da sfatare sul mining: differenziare inquinamento e consumo

Come altre tecnologie, il mining di Bitcoin è un’attività energivora per funzionare. Tuttavia, l’impatto ambientale dipende fortemente dalle modalità di utilizzo e dalla fonte di energia impiegata. Un errore comune nella narrazione sul mining di Bitcoin è infatti confondere il consumo energetico con l’inquinamento. Il mining consuma energia per mantenere la rete sicura e decentralizzata, ma non inquina direttamente. La reale impronta ecologica deriva esclusivamente dalla fonte energetica utilizzata: se alimentato da energie rinnovabili o energia in eccesso, l’impatto ambientale del mining può ridursi drasticamente, fino a renderlo sostenibile.

Confronti e titoli mediatici

Spesso i media e alcune ricerche accademiche si sono concentrati su paragoni sensazionalistici, con titoli come “Bitcoin inquina più della Svizzera” o “Bitcoin distrugge il clima”. Tuttavia, una volta chiarito il fraintendimento tra consumo energetico e inquinamento, emergono dati che raccontano una realtà più complessa. Analisi successive hanno rivelato che confronti di questo tipo sono fuorvianti, parziali e di difficile applicazione diretta. Il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index stesso ha evidenziato come confrontare Bitcoin con altre realtà, o settori completamente diversi, richieda considerazioni più approfondite.

Non c'è niente di simile a Bitcoin che possa essere facilmente utilizzato per un confronto tra pari. [...] Di conseguenza, i confronti diretti con altre attività che sembrano simili in superficie possono fornire solo un quadro parziale, e quindi necessariamente incompleto.

[...] I confronti tendono a essere soggettivi: si può far apparire un numero piccolo o grande a seconda di cosa viene confrontato. Senza contesto aggiuntivo, i lettori ignari potrebbero essere portati a una conclusione specifica che sottostima o sopravvaluta la reale entità e scala. [...]

Se però, volessimo provare a fare dei confronti: il sistema bancario globale risulta consumare circa 50 volte più energia della rete Bitcoin, dimostrando che l’efficienza relativa del mining è spesso sottostimata. In uno scenario ipotetico, se Bitcoin fosse uno Stato potrebbe addirittura essere considerato uno “stato” con una componente energetica “green” superiore al 50%, evidenziando come l’adozione di fonti rinnovabili possa ridurre drasticamente l’impatto ecologico di questa tecnologia​.

L’evoluzione del mining verso l’efficienza energetica

Nella sua storia, il mining di Bitcoin ha visto un incremento notevole dell'efficienza energetica, migliorata del 68% solo negli ultimi cinque anni, grazie a innovazioni tecnologiche che rendono il processo meno dispendioso in termini di energia. Questo progresso risulta particolarmente significativo rispetto ad altri settori industriali.

Parallelamente, il potenziale del mining di Bitcoin nell'integrazione con il settore energetico è sempre più evidente. In molte regioni, contribuisce a risolvere sfide legate agli eccessi di energia rinnovabile. In Texas, aiuta a ridurre il problema del curtailment, stabilizzando la rete elettrica; in Finlandia, il calore generato riscalda le abitazioni locali; negli Emirati Arabi Uniti, migliora l’efficienza dei processi di desalinizzazione; mentre in Africa orientale, iniziative come Gridless Compute usano l'energia idroelettrica per alimentare mining farm a beneficio di comunità rurali. In Germania, Deutsche Telekom sta esplorando l'uso di fonti rinnovabili intermittenti, come vento e solare, per alimentare le attività di mining attraverso un progetto pilota.

Anche in Alps Blockchain contribuiamo in questa direzione, offrendo un modello di sviluppo capace di generare benefici per il settore delle criptovalute e l'ecosistema energetico.

Un consenso crescente

In questo contesto, il consenso istituzionale intorno al mining di Bitcoin è in forte crescita, supportato da ricerche e collaborazioni con operatori energetici. Sempre più aziende e utility vedono nel mining un'opportunità per gestire l'energia rinnovabile, stabilizzare le reti e ridurre gli sprechi. Report autorevoli da parte del World Economic Forum, KPMG, BlackRock e Fidelity evidenziano come il mining possa fungere da catalizzatore per la sostenibilità e l’efficienza energetica.

Il sostegno di istituzioni e operatori leader indica che il mining di Bitcoin sta superando il suo "momento chasm", evolvendo da tecnologia controversa a risorsa strategica per un futuro energetico più sostenibile e integrato.

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